I segreti del trading di breve termine - Seconda Edizione

Dalla prima edizione di questo libro a oggi, tantissime persone sono diventate trader di azioni, merci, valute. La persona che mi falcia il prato fa trading, così come il mio dentista e il mio cuoco preferito. E sapete perché? C’è qualcosa di più del brivido della speculazione alla base di tutto; oggi più che mai, fiumi di persone cercano una via d’uscita. Non vogliono essere dipendenti, ma non vogliono nemmeno essere capi. Desiderano solo essere indipendenti e ciò sembra possibile solo facendo il trader. Questo sogno l’hanno inseguito in tanti e per molti è diventato realtà. Una via d’uscita esiste … E questo libro, in fondo, si occupa proprio di questo: mostrarvi tutte le tecniche e i trucchi frutto della mia esperienza. Che ne siate consapevoli o meno, siete trader da tutta la vita. Certo, magari non avrete mai negoziato un contratto sulla pancetta di maiale, ma quasi certamente avrete negoziato il possesso di un bene come un’auto, una casa o un oggetto d’antiquariato, in cambio del vostro denaro o di altri beni. Se non avete mai fatto nulla di tutto ciò, di certo avrete scambiato tempo con denaro. Avrete scambiato il vostro tempo con il denaro di qualcun altro facendo l’insegnante, l’avvocato o l’idraulico. Siete a metà strada, quindi; soltanto non ve ne rendevate conto! Quando scambiamo il nostro tempo, in effetti, scambiamo il tempo più le nostre capacità e le nostre competenze. Per questo, per ogni ora di lavoro, un neurochirurgo guadagna più di un ortopedico. Ed è per questo che un calciatore guadagna più di un neurochirurgo e un ortopedico messi insieme. Egli è infatti esposto a grandi rischi professionali. Non è che l’abilità dell’uno sia intrinsecamente di maggior valore rispetto a quelle degli altri; è che una è più difficile da acquisire e comporta maggiori rischi. Coloro che scambiano il loro tempo e le loro abilità guadagnano di più se rispondono a queste caratteristiche. Non c’è alcun valore intrinseco nella capacità di Michael Jordan di dribblare gli avversari e andare a canestro, ma il manager della squadra dei Chicago Bulls ha visto in lui un’opportunità di fare una grande quantità di denaro grazie a quelle sue abilità apparentemente prive di valore, affollando gli stadi e incassando profitti dalle televisioni. Quindi qualcosa di “nessun valore” può avere un enorme valore. Per farvi capire meglio questo concetto vi racconterò un piccolo aneddoto. Una volta, durante un seminario sul trading, ho infilato in un sacchetto di plastica trasparente una busta sigillata contenente un assegno da 5.000 dollari e altre 14 buste identiche, ma vuote. I partecipanti al seminario avevano la possibilità di estrarre una busta dal sacchetto. Chi avesse estratto la busta contenente l’assegno avrebbe vinto i 5.000 dollari. Il sacchetto conteneva 14 buste prive di alcun valore, ma improvvisamente quelle buste avevano acquistato un grande valore! Sebbene fossero tutte vuote tranne una, c’era una possibilità su 15 di vincere 5.000 dollari; pertanto ogni busta, o meglio l’opportunità di estrarne una, valeva 333,33 dollari. Man mano che le prime buste vuote venivano estratte, quelle che rimanevano assumevano via via valori sempre maggiori. Pensateci bene: dopo che erano state estratte cinque buste vi era una possibilità su dieci di vincere il premio e il valore di ogni busta rimasta era quindi salito a 500 dollari. Quando erano rimaste due sole buste nel sacchetto le persone nella sala erano disposte a pagare 2.500 dollari per estrarne una! Improvvisamente una cosa priva di valore aveva acquistato grande valore! Questa è la vostra prima lezione per farvi diventare trader più aggressivi. Il valore, così come la bellezza, risiedono nella mente dell’osservatore. Come trader, la lezione è che il valore non è assoluto o intrinseco, ma è ciò che il mercato è disposto a pagare. Forse non lo pagherà per molto tempo ma il prezzo è re e questo è un dato di fatto. Ho imparato già da tempo a non discutere su questa regola. Nel 1974 avevo valutato che il prezzo del bestiame sarebbe salito e così cominciai a comprare, prendendo la prima posizione a 43 centesimi per libbra. “Conoscevo il giusto valore” del bestiame da macello; a quel prezzo era sottovalutato, quindi ero certo che avrei guadagnato. Così, quando il prezzo scese a 40 centesimi comprai ancora. In fondo, se a 43 centesimi era un affare, a 40 lo era ancora di più. Quando il prezzo arrivò a 38 centesimi, senza alcuna esitazione comprai ancora, giusto in tempo per vedere il prezzo piombare a 35 centesimi, poi a 30
e infine a 28: a quel punto – cari lettori – fui costretto ad abbandonare le posizioni. Le mie risorse erano limitate e questa mossa mi costò circa 3 milioni di dollari in meno di 30 giorni. Due mesi dopo, il prezzo del bestiame da macello salì oltre i 60 centesimi per libbra. Ma io non ero lì: un’operazione che per me avrebbe portato un profitto certo mi costò tantissimo e ha contribuito al nascere di dicerie, che circolano ancora oggi a quasi trent’anni di distanza, sul fatto che ho abbandonato il trading, malgrado alcuni successi di cui mi occuperò più avanti in questo libro. A posteriori posso dire che questa esperienza mi ha portato a formulare due regole importanti. La prima è che il valore è effimero: può essere qualsiasi cosa e nel trading sulle merci o sulle azioni può succedere tutto e il contrario di tutto. La seconda regola, ancora più importante, è che sebbene il trend e la direzione del mercato siano concetti di primaria importanza, sapere come gestire le vostre risorse ha la massima priorità. Dopotutto, se in quel frangente avessi gestito meglio le mie risorse e avessi tenuto duro nei momenti difficili, alla fine avrei realizzato un grande profitto. Non saprete mai quando i mercati avranno l’andamento che si presuppone debbano avere. Il più delle volte il mercato non si smentisce: è solo in ritardo. I trader seri si tutelano da questo ritardo inserendo sistemi di protezione nei loro programmi di trading. Non c’è regola più importante da imparare di quella del money management. Tutte le terribili storie che avete sentito in merito al trading su materie prime sono vere. Brave persone si sono letteralmente rovinate solo per aver compiuto scelte sbagliate. Ma l’errore non dipende dal mercato o da una analisi errata. Qualsiasi trader di successo ha i suoi momentacci, le sue analisi sbagliate e le sue operazioni perdenti. E non parliamo di eventi sporadici. Tutti i fattacci di cui avete sentito parlare derivano dall’aver effettuato una scommessa troppo grande su una singola operazione, o dall’aver mantenuto troppo a lungo una posizione perdente. Prima imparate a gestire le sconfitte, prima vi troverete sulla strada giusta per accumulare le ingenti ricchezze che questo mestiere è in grado di generare. In questo mestiere sono i fallimenti che vi distruggono, non i successi. Invece di forgiare il vostro carattere disintegrano il vostro conto corrente. La base del vostro successo è racchiusa nei concetti soprastanti. Neppure i veggenti possono prevedere l’andamento dei mercati e il giusto valore di un bene non sempre si manifesta. Il mondo della speculazione si basa sulla capacità di prevedere il futuro e questo è un compito assai difficile. La complessa intelligence americana, che forma e impiega le menti più brillanti, non è stata in grado di prevedere il crollo del muro di Berlino! Come possiamo io e voi pensare di poter fare di meglio? La nostra incapacità di prevedere il futuro è dimostrata annualmente dalla prestigiosa rivista sportiva Sports Illustrated. Nel 1997 i suoi oracoli predissero che la miglior squadra di football americano sarebbe stata il Penn State, mentre il Michigan si sarebbe classificato al diciottesimo posto. Alla fine della stagione il Michigan era al primo posto e il Penn State annaspava. Si suppose che il Washington si sarebbe trovato al terzo posto, ma fu sconfitto dal modesto Washington State, una squadretta che non figurava mai tra le prime venti e che alla fine vinse il campionato Pac 10 e arrivò quasi a battere il Michigan nel Rose Bowl! La storia si ripete. Mike Tyson ne è la prova vivente. Questa è un’altra storiella interessante: alcuni anni or sono il banchiere dell’anno del Montana si stava appropriando indebitamente del denaro della banca. Per redimersi e ripagare ciò che aveva rubato pensò bene di sottrarre un altro milione di dollari dalle casse della banca per scommettere su “Iron Mike” Tyson che ovviamente perse l’incontro con il suo rivale Buster Douglas. Il demolitore di banche perse tutto, fu smascherato e andò in prigione. Chi avrebbe potuto prevedere la fine dei giornali o di Tiger Woods? Coloro che pensano di poter vedere la propria vita nella sfera di cristallo sono destinati ad avere cocenti delusioni. Ma rincuoratevi: sebbene né io né voi possiamo scoprire il futuro, in particolare l’andamento dei prezzi degli strumenti finanziari, possiamo imparare a controllare le nostre perdite. È dimostrato matematicamente che ciò consente di gettare le fondamenta del successo. Di tutti i vostri successi. Per anni ho seguito i profeti del profitto che, grazie alle loro previsioni finanziarie e ai loro sofisticati indicatori, avrebbero potuto rivelare il futuro. Alla fine ho capito che Dio non ha voluto che noi fossimo in grado di prevedere il futuro. Tutto qui. Se avessimo questa capacità di previsione saremmo tutti multimilionari. Scommetteremmo sui cavalli, sulla ruota della roulette, sul lancio dei dadi; a parte il fatto che nessun casinò si metterebbe dall’altra parte del banco per sfidare un avversario imbattibile. Tra l’altro, quanto tremendamente noiosa diventerebbe la vita se conoscessimo in anticipo ciò che accadrà il giorno successivo? Chi vorrebbe vivere in quel modo? Che fine farebbero la gioia della scoperta, il fascino dell’ignoto, il brivido della vittoria, la sfida dei limiti che ci sovrastano? Se fossimo tutti ricchi grazie alla capacità di previsione chi lavorerebbe per noi, chi coltiverebbe il grano, chi alleverebbe il bestiame? Non esisterebbero compagnie telefoniche, case cinematografiche, reti televisive e nessuno avrebbe bisogno di lavorare. E, peggio ancora, chi ci assumerebbe? Come ho detto, Dio, nella sua infinita saggezza, non ha voluto concederci il dono della previsione del futuro e ancora meno del “futuro dei futures”. Gli aspiranti speculatori credono che questo sia un gioco di previsione del futuro che non può essere predetto. Non è così. Si tratta invece di una competizione dove si sviluppano strategie vincenti che portano le probabilità a nostro favore e si lavora su equilibri che richiedono attenzione a ogni potenziale cambiamento sia di giocatori, sia di idee o di concetti. Il termine speculazione deriva dal latino specular, che significa osservare, come si fa durante uno spettacolo. Non siamo come i giocatori d’azzardo che si buttano in un gioco in cui non si può vincere nel lungo termine. Tutto ciò che possono fare è sperare che la fortuna giri dalla loro parte e non a favore del banco. Per vincere nel gioco della speculazione noi formuliamo ipotesi in merito a come dovrebbero andare le cose in futuro ma, siccome sappiamo che non vi sono garanzie, tuteliamo le nostre posizioni con opportuni sistemi di protezione a difesa del capitale. L’arte della speculazione richiede capacità di osservazione combinata con un forte istinto di conservazione.
Forte delle mie ricerche e della mia esperienza sono giunto a sviluppare
un’efficace e vantaggiosa convinzione:
Credo che il trade attuale sia in perdita … fortemente in perdita.
Questo è sempre il mio mantra principale. Possiamo gestire le operazioni
vincenti; sono le perdite che ci distruggono.
Agli occhi di quelli di voi che sono sempre ottimisti tutto ciò può apparire
deprimente, ma il pensiero positivo può indurvi a credere che voi vincerete
sicuramente e questa è la via più sicura per farvi comprare o vendere troppi
contratti e tenerli aperti troppo a lungo. Dopotutto, se pensate positivo vi convincerete
che le cose andranno per il verso giusto, manterrete fiduciosamente
le posizioni in perdita in attesa di un rimbalzo o di una inversione che non arriveranno
mai.
Io la vedo in questo modo: se vi cullate sul pensiero positivo che avrete
successo le vostre convinzioni vi porteranno a gestire in modo sbagliato le
operazioni perdenti. Ecco perché è così importante che un trader elabori un
valido sistema di convinzioni. Se il vostro sistema vi porta a pensare che l’operazione
che avete in corso risulterà vincente – e non lo è – il bisogno di conferme
che le vostre convinzioni genereranno nella vostra mente vi porterà letteralmente
a lasciare che le perdite corrano, a mantenere la posizione a ogni
costo, cosa che nessun trader di successo fa mai. Un’altra convinzione positiva
molto pericolosa consiste nel pensare che si possano accumulare grandi
ricchezze con poche operazioni di successo.
Ora torniamo al pensiero che il trade in essere sia perdente, che io non abbia fatto alcun patto con Dio per il successo di questa operazione. Io sono convinto
che il mercato non sia affatto perfetto. Non sottovalutate le prove schiaccianti
a supporto di questa convinzione: il 75% dei gestori di fondi comuni
di investimento non ottiene performance significativamente superiori a quelle
dell’indice Dow Jones, mentre l’80% dei trader di breve termine perde il capitale
di rischio. Badate bene che molte delle mie operazioni non sono profittevoli
e posso assicurarvi che anche molte delle vostre non lo saranno.
Nessuna delle maggiori perdite che ho subito, sulle quali avevo investito
ben più denaro di quanto fosse ragionevole, è stata per “colpa” del mercato.
“Loro” non stavano lì ad aspettare me. Mi ero fregato da solo credendo che
il mio trade sarebbe stato vincente, il che mi aveva portato a non rispettare le
regole del gioco.
Sono d’accordo con chi afferma che un trader è valido solo nella misura in
cui lo è il suo sistema di convinzioni, perché quelle convinzioni permettono di
agire con maggior sicurezza e meno esitazioni. Noi mettiamo in pratica ciò in
cui crediamo: quelle convinzioni mentali guidano la nostra vita.
Convincetevi, come me, che l’operazione che avete aperto non porterà
profitti, e state pur certi che vi proteggerete con gli stop. Terrete sotto controllo
i disastri, prendendo la prima scialuppa di salvataggio invece di colare a picco
con la nave che affonda.
Fate vostro il mio presupposto che il trade in essere potrebbe verosimilmente
non portare profitti e state pur certi che non vi esporrete troppo in una
singola operazione, investendo in essa troppo denaro pensando che essa risolverà
tutti i vostri problemi. Anche una piccola perdita può annientarvi, se avete
aperto troppi contratti o negoziato troppe azioni.
Pensare positivo in merito ai risultati futuri ci porta ad assumere rischi ingiustificati.
Comportarsi in questo modo in un gioco in cui le probabilità iniziali
a favore sono basse è un chiaro invito al fallimento.
La mia carriera di speculatore iniziò in età scolare, quando un ragazzino di nome Paul Highland mi mostrò quanti soldi si potevano fare con il gioco del lancio della monetina o altri giochi di quel genere. Cresciuto a Billings, nel Montana, egli fu senz’altro un pioniere della speculazione. Il lancio delle monetine fu il mio inizio. Certo, ho perso un po’, ma una cosa che ho imparato, al di là delle mie doti artistiche e di giocatore di football, era che si poteva no fare tanti soldi con il gioco d’azzardo. Sembra che tutto ciò che mi servisse sapere in materia di speculazione io lo avessi imparato alla scuola superiore. Mi ci è voluto un po’ di tempo, ma alla fine ho capito che Paul e Virgil Marcum mi stavano imbrogliando, facendo gioco di squadra. Truccavano la monetina in modo che uscisse sempre testa e io non potessi mai vincere. Poi si spartivano i guadagni; e così imparai la mia prima lezione di manipolazione del mercato. Non chiamai la polizia o le autorità e preferii gestire la cosa per conto mio. Non avevo e non ho tuttora fede nei burocrati che dovrebbero eliminare simili ingiustizie. Non lo fanno, se non altro non nei tempi che servirebbero a me o a voi. Jack McAferty era il ragazzino più tosto a Billings. In effetti era il ragazzino più tosto di tutto il Montana e questo la dice tutta, considerando il numero di cowboy, teppisti e minatori che vi sono in quello stato. Quando un ragazzo robusto ti colpisce a un braccio fa male. Ma quando Jack, che non era poi tanto robusto, ti colpiva a un braccio facevano male perfino le ossa. Aveva una forza incredibile, che sfruttava abilmente in ogni combattimento a cui prendeva parte. Nessuno gli si avvicinava. Combattere divenne la sua vita, ma Jack fu ucciso da un poliziotto di Los Angeles in un inseguimento in autostrada, o almeno così dicono. La verità è che Jack, che era un vero donnaiolo, aveva avuto un’avventura con la moglie del poliziotto. Molti dei ragazzi che giocavano con le monetine non volevano mai giocare con Jack. Normalmente Jack avrebbe pagato il suo debito se avesse perso, ma se una volta avesse deciso di non pagare cosa avreste potuto farci? Minacciarlo e lasciare che vi massacrasse di botte? Un’altra lezione in materia di speculazione: scegliete molto accuratamente i vostri partner e soci. Anni dopo sono riuscito a portare un conto da 5.000 a oltre 40.000 dollari facendo trading sul bestiame con un sistema sviluppato da Richard Ulmer. Questo è successo presso una società di brokeraggio di proprietà di George Lane, un tizio che si vantava di aver inventato il famoso indicatore stocastico. Ebbene, George non aveva inventato lo stocastico e io non ho incassato i miei 40.000 dollari dalla casa di brokeraggio. Le autorità di controllo sui mercati hanno chiuso l’azienda di George, ma poco prima che lo facessero i soldi sono stati prelevati dal mio conto! Un’altra cosa che ho imparato da Jack è che i forti non rispettano i deboli. Avevo sopportato a sufficienza i rifiuti di Jack di pagare le perdite al gioco delle monete, tanto che quando lui decise di non pagarmi e si tenne la moneta io lo colpii allo stomaco con tutta la forza che avevo. Esterrefatto, mi guardò e mi chiese: “Perché diavolo l’hai fatto? Ora sai che devo spaccarti la faccia”. Tutto ciò che riuscii a dire fu: “E allora fai quel che devi fare, sono stufo che tu non rispetti le regole del gioco. So che stai per rompermi tutte le ossa e che la cosa ti darà un gran piacere, ma è niente in confronto a come mi sento io ora per essermi ribellato a te”. Jack mi rispose: “Mi piace quel che hai detto e d’ora in poi ti rispetterò”, mi diede il quarto di dollaro che avevo appena vinto e se ne andò. Diventammo grandi amici dopo quell’episodio, ma non giocammo mai più al gioco delle monete insieme. Nel Montana lavorano tutti duramente. Di certo mio padre lavorava duro come tutti gli altri, per oltre 40 ore a settimana, più altre ore durante il fine settimana nella puzzolente raffineria di zolfo di Doc Zinc. E come se non bastasse stava in piedi fino a tarda sera a leggere libri e frequentava corsi di elettronica, così da acquisire maggior credito presso la Conoco, l’azienda per cui lavorava. Lo stratagemma del duro lavoro e la lealtà funzionarono: fu promosso. Uno dei vantaggi dell’avere un padre che lavorava in una raffineria era che i figli che studiavano al college potevano lavorare lì durante l’estate. Io ci ho provato e questo ha rinforzato in me l’idea che non avrei mai fatto quello che facevano quei tizi: lavorare. Lavoravano per ore e ore, cambiando continuamente i turni. Una settimana iniziavano il turno alle 15.30, la settimana successiva alle 23.30 e quella dopo ancora poteva capitare o di tornare al turno delle 15.30 o di passare a quello delle 7.30. Ai miei occhi non vi era alcuna logica in quei turni di lavoro. Tutto ciò che riuscivo a vedere erano le ore infinite di schiavitù volontaria in una calda, maleodorante e rumorosa raffineria, un luogo in cui per me niente aveva senso. In una raffineria di petrolio deve esserci un milione di valvole e sono certo che si aprono e si chiudono tutte allo stesso modo. Il mio problema era che non riuscivo mai a capire quale fosse il modo giusto di farlo. Ciò era frustrante, non solo perché era prova della mia inettitudine, ma anche perché si rifletteva su mio padre, che conosceva tutta quella roba meccanica alla perfezione. Non c’era apparato meccanico che lui non sapesse aggiustare. Se avessi dovuto sottopormi a un intervento a cuore aperto mi sarei fidato più di lui che di un chirurgo. Papà sapeva come costruire oggetti (come casa nostra o l’armadietto per la mamma) e come ripararli; in parte, ne sono certo, perché non avevamo denaro per pagare le riparazioni. I poveri sviluppano maggiori abilità rispetto ai ricchi. La mia inettitudine mi rendeva ridicolo anche quando la gente mi paragonava a mio fratello maggiore, che alla raffineria si muoveva in modo quasi naturale e se la cavava bene anche insieme agli individui più anziani. La mia generale pigrizia combinata con il desiderio di stare per conto mio e la totale incapacità di fare bene qualsiasi cosa, a parte disegnare, mi facevano sentire inadeguato. Inizialmente cercai di ritrovare autostima nello sport. Ma quel senso di approvazione durava soltanto il tempo di una partita. Mi sono trovato poi sdraiato sul letto a sognare ad occhi aperti, progettando un modo per avere una vita migliore, chiedendomi come avessero fatto le poche persone con case molto grandi ad avere successo. Non ero felice; quello che volevo era una via d’uscita.
Lanciare monetine mi era sembrato accettabile; fabbricare finte patenti di guida (per 5 dollari l’una, e falsi certificati di nascita per 20 dollari) rendeva molto di più. Il mio modesto talento artistico rendeva bene e mi permetteva di lavorare per conto mio. Tutto ciò comprendeva anche una salutare dose di rischio. Mi compiacevo di sapere che facevo cose che la maggior parte delle persone non era in grado di o non voleva fare; e di certo non avrei trovato quel tipo di soddisfazione in quella che ai miei occhi era un’esistenza estremamente noiosa, quella di mio padre. Mio padre faceva sempre tutto secondo le regole, con una sola eccezione. Quando si aprì la stagione della caccia al cervo, il libro delle regole venne gettato dalla finestra. Uccidemmo così tanti cervi, antilopi e alci da nutrire la nostra famiglia per un anno intero. Utilizzammo la stessa licenza tre o quattro volte. Ho scoperto che non esistono regole quando si tratta di sopravvivenza: le persone devono correre dei rischi, perfino mio padre. E in quella occasione mi sono trovato a pormi una domanda importante: che cosa amavo di più di quelle battute di caccia, catturare le prede o la possibilità che qualcuno ci beccasse con troppi cervi, pesci o altra selvaggina? Era solo un altro gioco? Ci ho pensato molto. Ciascuno, a suo modo, era elettrizzante. La mia carriera di speculatore cominciava a delinearsi. Gli speculatori veramente bravi amano il brivido, in effetti lo cercano, come se fosse una sorta di sfida intellettuale. Forse è per questo che mi piaceva vendere giornali agli incroci stradali dopo la scuola o vendere cartoline natalizie e sementi da giardino porta a porta per guadagnare qualche spicciolo. Ero esposto a un rischio, non sapevo mai se avrei venduto qualcosa e se sarei stato in grado di fare un buon guadagno semplicemente per il fatto di essere lì a dire qualcosa e a cercare di vendere qualcosa. Avevo visto abbastanza lavoro duro da non desiderarlo. Come quel famoso campione di rodeo, “ero troppo pigro per lavorare e troppo onesto per rubare”. Andare al college o unirmi alla Marina dopo il liceo mi sembravano quindi una possibile giusta direzione, e mia madre e mio padre mi incoraggiavano in tal senso. Ci avevano insegnato a fare sempre del nostro meglio, che c’era sempre una vita migliore e che il college ne era la porta d’ingresso. Nel 1962 chiesi a qualcuno cosa significasse la frase “elenco delle azioni più scambiate” pubblicata sui giornali. Quando costui replicò: “Beh, vedi che il titolo General Motors è salito di 1,5 dollari in un giorno? Se lo avessi comprato ieri avresti guadagnato 150 dollari oggi” - fui letteralmente rapito. Centocinquanta dollari in un giorno! Caspita, questo di certo batteva ampiamente il gioco delle monetine! Tanto per intenderci, 150 dollari era più di quanto guadagnassero in una settimana i ragazzi alla raffineria. Sembrava facile e i guadagni erano sbalorditivi. Avevo solo due domande: “Da dove comincio?” e “Dove sono stato finora nella mia vita?”. Vi fu un’immediata affinità tra me e quello che a me sembrava denaro facile! Quella affinità mi ha portato alla più grande sfida di tutta la mia vita, qualcosa su cui ho lavorato duro ogni singolo giorno fin dal 1962. In realtà, i miei unici momenti lontano dai mercati sono stati nel 1978 e nel 1982 quando mi sono candidato per il Senato degli Stati Uniti. Al di fuori di quelle due interruzioni ho dedicato ogni giorno della mia vita “lavorando”, con grande piacere di mio padre, ne sono certo, ma non mi è mai sembrato come lavorare alla raffineria o come uno dei tanti lavori che avevo intrapreso durante e dopo il college. Alla luce della mia esperienza ritengo vi siano tre chiavi motivazionali in ogni speculatore di successo: un intenso desiderio di fare soldi, la volontà di distinguersi dagli altri e una profonda insoddisfazione per la propria vita attuale. La profonda inquietudine sembra essere una grande risorsa per uno speculatore. Sebbene molte persone cerchino un equilibrio nella propria vita, non ho mai ritenuto ciò particolarmente salutare; nessun individuo perfettamente normale ha mai fatto grandi cose. A volte penso che potrei avere una vita più equilibrata, ma simili pensieri di solito non durano più di un paio di secondi. Penso che la mia inquietudine non se ne andrà mai, ma se il mio stile di vita suggerisce qualcosa, suggerisce che è proprio l’inquietudine ad alimentare le fiamme del fuoco interiore di uno speculatore.
Penso che sarei disposto a fare trading senza alcun profitto se ciò servisse a dimostrare il mio valore al mondo, a una ex-ragazza, ai miei genitori, a mio fratello o anche a qualcuno che non riesco a identificare o rintracciare nei meandri della memoria. Dire che sono guidato dal mio ego potrebbe essere corretto, ma non si tratta di vantarsi, bensì di dimostrare a tutti che posso vincere. È un modo di far sapere al mondo che ho trovato una via d’uscita. Questo libro serve a mostrarvi proprio quella via d’uscita; a spiegarvi cosa ho imparato negli ultimi anni, come i mercati sono cambiati e cosa possiamo fare per continuare a essere trader di successo. Sono tante le lezioni che ho imparato negli anni: soprattutto ho imparato ad adattarmi ai cambiamenti del mercato. Voi imparerete quindi molto di più di qualche segreto del trading di breve termine… imparerete anche l’arte dell’adattamento. Se queste parole hanno una qualche importanza per voi, allacciatevi le cinture, perché state per partire per il viaggio della vostra vita. Il viaggio è durato un bel pezzo per me, mentre molti miei coetanei - io sono ormai sulla soglia dei 70 anni – sono in pensione e felici di navigare in rete e di stare sonnecchianti a guardare Saranno Famosi. Sono ancora affascinato da questi benedetti mercati. Mi tengono vivo e mi fanno riflettere ancora oggi, mentre continuo a fare trading, spesso su oltre mille contratti al mese. Potete approfondire le mie operazioni sul mio sito web, www.ireallytrade.com. I mercati vi tengono vivi; non riesco a immaginare un altro modo di vivere o una vita più fortunata di quella che ho. La più grande lezione di mio padre è stata questa: “Figliolo, dalla vita otterrai soltanto ciò che vi metterai dentro”. Se volete avere successo nella speculazione offritele prima di tutto il vostro cuore e la vostra anima. La ricompensa sarà grande.